Brisighella (Briṣiġèla in romagnolo) è un comune italiano di 7.173 abitanti, situato nella provincia di Ravenna, in Emilia-Romagna, a 115 metri sul livello del mare, nella bassa Valle del Lamone alle pendici dell’Appennino tosco-romagnolo.
Il borgo è celebre per i suoi tre caratteristici pinnacoli rocciosi conosciuti come i “Tre Colli”, su cui si trovano:
- La Rocca Manfrediana (XIV secolo), un’imponente fortezza medievale.
- Il Santuario del Monticino (XVIII secolo), luogo di culto e pellegrinaggio.
- La Torre dell’Orologio, ricostruita nel XIX secolo sulle rovine di un insediamento difensivo risalente al XII secolo.
Il comune di Brisighella è il più meridionale della provincia di Ravenna. Il capoluogo si trova a circa 12 km a monte di Faenza e a 50 km a sud-ovest di Ravenna, vicino ai primi rilievi dell’Appennino faentino. La città è attraversata dal fiume Lamone, che scorre attraverso l’omonima valle, a cavallo tra Toscana e Romagna.
Brisighella confina:
- A sud con la Toscana (città metropolitana di Firenze), nell’area del Mugello.
- A sud-est con la provincia di Forlì-Cesena, tra l’Appennino faentino e l’Appennino forlivese.
Origini del nome
Il toponimo Brisighella presenta diverse ipotesi di origine:
- Secondo alcuni studiosi, deriverebbe dal termine prelatino brisca o bresca, in riferimento al terreno collinare poroso. Questo si collega al significato del romagnolo brisca (favo) e del siciliano briscale (terra spugnosa).
- Un’altra ipotesi, più probabile, lo collega a bréṣega, termine usato nel Polesine per indicare un piccolo appezzamento di terreno. Questo termine è a sua volta associato all’italiano briciola e ha dato origine a toponimi come Breṣega e Breṣeghina nella stessa area polesana.
Storia di Brisighella
Le origini di Brisighella risalgono alla fine del Duecento, quando Maghinardo Pagani, condottiero locale, edificò su uno dei tre scogli di selenite una delle più importanti roccaforti della Valle del Lamone. Successivamente, nel 1310, Francesco Manfredi, signore di Faenza, costruì un’altra rocca su un diverso pinnacolo. La struttura fu ampliata e fortificata da Astorgio Manfredi nella metà del Quattrocento e completata dai Veneziani nel 1508, con la costruzione della torre più alta e l’integrazione delle mura cittadine.
Sviluppo del borgo
La posizione strategica lungo la strada di fondovalle del Lamone, l’abbondanza di gesso (utilizzato come materiale da costruzione e merce di scambio), e la presenza delle fortificazioni favorirono la crescita di Brisighella come centro abitato.
Tra il 1356 e il 1376, il borgo fu possesso diretto del Papa, per poi tornare sotto i Manfredi, che nel 1411 lo elevarono a capoluogo della valle del Lamone.
Astorgio II Manfredi (1457-1466) dotò il borgo di una cinta muraria con tre porte:
- Porta Gabalo (est),
- Porta Bonfante (ovest),
- Porta Fiorentina (sud, inizialmente nota come Porta delle Cannelle).
Nel 1459, fu edificato il Palazzo della Comunità, sede del governo locale, e furono definite le piazze principali:
- Piazza del Monte, dedicata al mercato del mercoledì.
- Piazza Marconi, fulcro della vita civile.
Dall’età veneziana al XIX secolo
Dopo un breve dominio veneziano, nel 1509 Brisighella tornò sotto il controllo dello Stato Pontificio. A partire dal Cinquecento, il borgo si espanse oltre le mura, con nuove abitazioni costruite lungo le vie dell’Abbondanza, Roma e Baccarini.
La città fu colpita da tre devastanti terremoti nel 1625, 1690, e 1781, il secondo dei quali danneggiò gravemente anche la Rocca.
Tra il 1824 e il 1832, sotto il progetto di Antonio Melari e Giuseppe Mascolini, furono realizzati il Palazzo Comunale in stile neoclassico e il Teatro Pedrini. La viabilità fu migliorata con lo spostamento della strada provinciale su un nuovo tracciato, facilitando il traffico. La Torre di Torsello fu sostituita nel 1850 dall’attuale Torre dell’Orologio.
Nel 1859, con l’annessione delle Legazioni pontificie al Regno di Sardegna, Brisighella entrò a far parte del Regno d’Italia. Il collegamento ferroviario con Firenze e Faenza, completato nel 1887, e la costruzione di un acquedotto nel 1896, segnarono un’importante svolta per il borgo.
Secoli XX e XXI
Nel Novecento, Brisighella fu interessata da diverse trasformazioni:
- L’incremento demografico nel primo dopoguerra fu seguito da un forte calo dopo il secondo conflitto mondiale.
- Nel 1959, fu aperta la scuola di Avviamento Professionale “Giuseppe Ugonia”.
- Nel 1962, fu inaugurato il nuovo stabilimento termale.
- Il Museo della Civiltà Contadina fu istituito nella Rocca nel 1977.
Negli anni Novanta, iniziò un importante piano di recupero del centro storico, con interventi come la ripavimentazione di Piazza Marconi nel 2000.
Ricerche scientifiche
Dal 1972, Brisighella è sede del Brisighella Heart Study, un progetto scientifico dell’Università di Bologna, iniziato dal professor Giancarlo Descovich e proseguito dal professor Antonio Gaddi, focalizzato sui fattori di rischio cardiovascolari.
Simboli di Brisighella
Stemma
Lo stemma del Comune di Brisighella è stato riconosciuto ufficialmente con decreto del capo del Governo il 25 luglio 1937 e successivamente modificato con decreto del presidente della Repubblica il 28 dicembre 1965.
La descrizione ufficiale recita:
«D’azzurro, alla terrazza di verde, sostenente un capro saliente al naturale.»
Il capro (o becco) potrebbe essere un’arma parlante, con riferimento alla Signoria di Beccusano, sotto la quale Brisighella era sottomessa. In alternativa, il capro potrebbe richiamare l’esistenza di un antico tempio romano dedicato a Giove Ammone, situato dove oggi si trova la Pieve di San Giovanni in Ottavo.
Gonfalone
Il gonfalone del Comune è un drappo troncato di azzurro e di verde, richiamando i colori e i simboli dello stemma comunale.
Monumenti e luoghi d’interesse
I tre colli di Brisighella
Brisighella è caratterizzata dai suoi tre colli di selenite, su cui si trovano i simboli architettonici più importanti:
- La Rocca Manfrediana,
- Il Santuario del Monticino,
- La Torre dell’Orologio.
Architetture religiose
- Chiesa di San Michele Arcangelo
Parrocchiale del paese, risale al XVII secolo. - Santuario del Monticino
Eretta nel 1758-59, custodisce una sacra immagine in terracotta della Madonna con Bambino (1626). L’interno è decorato con pilastri ionici, marmi pregiati e affreschi di Savino Lega. La facciata fu ampliata nel 1926. La festa del Santuario si tiene ogni settembre dal 1662. - Pieve di Santa Maria in Tiberiaco
Situata sul Monte Mauro, fu costruita nel VI secolo per volere dell’imperatore bizantino Maurizio. Ridotta a rudere nel XX secolo, è stata restaurata nel primo decennio del XXI secolo. - Pieve di San Giovanni Battista in Ottavo
Nota come Pieve del Tho, fu costruita tra l’VIII e il X secolo. L’interno, in stile romanico, è a tre navate e ospita un paliotto d’altare altomedievale e un dipinto attribuito a Benedetto Marini. - Chiesa dell’Osservanza
Edificata nel 1520, conserva una Madonna con Bambino e Santi di Palmezzano.
Architetture militari
- Rocca Manfrediana
Costruita nel 1228 e ampliata nel corso del tempo, presenta torri cilindriche, la più alta risalente al 1503. Governata dai Manfredi, fu conquistata dai Veneziani e poi dallo Stato Pontificio. - Torre dell’Orologio
Ricostruita nel 1850 sul sito di una torre del XIII secolo, è uno dei simboli del borgo.
- Torre del Marino
Costruita nel 1460 dalla famiglia Naldi come torre di avvistamento, domina la Valle del Senio. Subì danni durante la Seconda Guerra Mondiale ma conserva elementi di architettura militare rinascimentale. - Torre Cavina e Torre Pratesi
Realizzate tra il XIV e il XV secolo, persero la funzione militare nel XVII secolo e furono riconvertite in case di caccia. - Castello di Rontana
Citato per la prima volta nel 973, fu demolito nel 1591 da Papa Gregorio XIV per impedire che fosse usato come rifugio dai briganti. - La Torretta
Fortificazione medievale in pietra arenaria, oggi inglobata in un edificio colonico.
Architetture civili
- Via degli Asini
Una suggestiva strada sopraelevata e coperta da archi, anticamente usata per il trasporto di materiali dalle cave di gesso tramite carovane di asini. È una delle vie più caratteristiche di Brisighella. - Fontana Vecchia
Costruita nel 1490, è la più antica fontana pubblica della città. - Monumento ai Caduti – Il Fante che dorme
Opera in bronzo dello scultore Domenico Rambelli.
Brisighella conserva un ricco patrimonio storico e architettonico, che testimonia il ruolo strategico e culturale del borgo nei secoli.
Aree naturali
Parte del territorio comunale di Brisighella è incluso nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, una delle aree naturali protette più importanti dell’Emilia-Romagna. Questo parco è caratterizzato dalla Vena del Gesso, un’imponente dorsale gessosa che attraversa l’Appennino Tosco-Romagnolo, offrendo un paesaggio unico fatto di calanchi, grotte naturali, e biodiversità straordinaria.
Nel 1952, furono avviati importanti lavori di sistemazione dei calanchi di Brisighella, contribuendo alla tutela e valorizzazione del territorio, che oggi è un’attrazione per escursionisti, naturalisti e appassionati di geologia.
Il parco rappresenta un tesoro per la conservazione della natura e offre numerosi sentieri e itinerari per scoprire la bellezza del paesaggio e la ricchezza della flora e fauna locali.
Religione
Nella Chiesa Collegiata di Brisighella si venera l’immagine della Madonna delle Grazie, una devozione che ha origine nel XV secolo e proviene da Faenza.
La tradizione narra che, nel 1412, durante una terribile epidemia di peste, la Vergine apparve alla nobile Giovanna Sagramori mentre pregava nella Chiesa di San Domenico a Faenza. In segno di riconoscenza per le numerose grazie ricevute, venne dipinta un’immagine della Madonna su una parete.
Verso il 1450, un pittore locale realizzò su tre tavole di quercia un dipinto che rappresentava la Beata Vergine delle Grazie, nella stessa iconografia dell’immagine venerata a Faenza: la Vergine regge nelle mani sei frecce spezzate, simbolo dell’estinzione della pestilenza grazie alla sua intercessione.
Una di queste tavole fu acquistata da una ricca famiglia di Brisighella, che la custodì in casa fino a quando, per testamento, venne donata all’arciprete di Brisighella con l’obbligo di esporla alla pubblica venerazione nella Chiesa Parrocchiale.
Nel 1632, in segno di ringraziamento per le grazie concesse durante un’altra epidemia (la famosa peste manzoniana), l’immagine venne solennemente incoronata, consolidando ulteriormente il legame tra il popolo brisighellese e la Madonna delle Grazie. Oggi, la sacra immagine è custodita nella chiesa arcipretale ed è oggetto di profonda devozione.
Cultura
Musei
- Museo Civico “G. Ugonia”
Fondato sul lascito di 400 opere del pittore e litografo Giuseppe Ugonia (1881-1944), include anche una collezione di mille incisioni di vari autori del XIX e XX secolo. Dal 1970, ha sede nell’edificio dell’ex Pretura. - Museo del Lavoro Contadino
Fondato nel 1977 con l’obiettivo di preservare gli utensili agricoli minacciati dall’industrializzazione, il museo è nato grazie alla collezione di attrezzi del pittore Elvio Cornacchia e ha sede nella Rocca. - Museo della Resistenza
Chiamato anche Mostra permanente del Centro di Documentazione della Resistenza Cà Malanca, è stato istituito nel 1990 per raccontare gli eventi del 1944-1945, quando l’avanzata degli Alleati si bloccò lungo la Linea Gotica. Si trova nella frazione Fornazzano. - Museo Geologico all’aperto – Ex cava del Monticino
Questo museo geologico offre una visione unica sulla geologia locale, sfruttando il paesaggio naturale di una cava dismessa. - Centro Visite Cà Carnè
Ospita un’esposizione di animali tassidermizzati che rappresentano la fauna del Parco della Vena del Gesso Romagnola.
Letteratura
Il drammatico finale del romanzo storico Il figlio del cardinale (The Gadfly, 1897) della scrittrice irlandese Ethel Lilian Voynich è ambientato nella Rocca di Brisighella. Sebbene poco conosciuto in Italia, il libro ebbe grande successo nei paesi comunisti durante la Guerra Fredda.
Cucina
- Olio d’oliva D.O.P. “Brisighella”
Brisighella è rinomata per il suo olio d’oliva di altissima qualità, riconosciuto con la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.). - Vino Sangiovese di Romagna D.O.C.
La zona rientra nell’area di produzione del celebre Sangiovese di Romagna, un vino simbolo della tradizione enologica locale. - Carciofo Moretto
Prodotto tipico delle colline di Brisighella, questo carciofo è incluso nell’Arca del Gusto di Slow Food, che tutela le eccellenze alimentari tradizionali.